CFNM, Dominazione, Racconti dei miei faithful, Senza categoria

La palestra

Scritto da: Amos

Pubblicato da: Mistress Elvira


Non potendoci vedere tutti i giorni abbiamo impostato il nostro rapporto su una serie di regole che mi sono state imposte perché la sottomissione sia un elemento sempre costante nella mia vita. In alcuni giorni per esempio, quando i vari impegni lo consentono, mi viene ordinato di stare sempre completamente nudo, a volte pluggato, oppure esercitarmi con un dildo o qualunque cosa venga in mente alla Padrona. 

Mi viene detto cosa mangiare e come farlo, talvolta devo realizzare foto o video dimostrativi oppure posso essere videochiamato senza preavviso come verifica della Padrona.

E’ un tipo di rapporto che si basa molto sulla fiducia ma anche sulla paura di essere colto in fallo con il timore di dure punizioni ma anche di essere considerato uno  schiavo da poco.

Questa sorta di rituale o stile di vita non è semplice da perseguire con costanza, prevede per il sottomesso una forza di volontà davvero notevole perché ci sono lunghi periodi della giornata in cui ci si sente abbandonati e la tentazione di cercare scorciatoie è molto grande. Il freddo è uno degli ostacoli più alti soprattutto d’inverno o a primavera quando i riscaldamenti vengono spenti. Ma anche stare ore con un plug seduto a lavorare è maledettamente impegnativo, fisicamente e mentalmente.

Tutto questo mentre si sa che la propria Padrona è impegnata in altre faccende e pensieri richiede una devozione enorme.

Tra i miei vari doveri di sottomesso concordati con la Padrona c’è anche quello, in alcuni giorni della settimana, quando mi viene ordinato di indossare una gabbia di castità.

In una di queste giornate chiesi alla Padrona il permesso di andare in palestra, cosa che come sempre mi fu accordata.

Quella volta però mi venne un dubbio e chiesi via messaggio se la gabbia andava tenuta anche durante gli allenamenti.

La Padrona mi rispose «No, come faresti poi negli spogliatoi? Pensa se poi ti vedesse qualche Master gay…» aggiungendo al commento delle faccine diverite.

Incautamente risposi che tutto sommato sarebbe stato imbarazzante ma che siccome già mi cambio con l’accappatoio, un po’ per il mio atavico imbarazzo nel mostrarmi nudo e molto per il fatto che in quanto schiavo mi è imposta la depilazione dei genitali, avrei potuto con un po’ di attenzione non essere notato.

A queste parole, tra il sorpreso e il divertito di questa mia vergogna la Padrona scrisse:« Ah no, allora da oggi nudo!!!». No la prego Padrona dissi, sono depilato, magari qualcuno può pensare che sono un sottomesso….

«Non voglio sentire storie, oggi ti metti agli armadietti più lontani dalle docce e ti spogli nudo. Poi accappatoio sul braccio, tenuto ben di lato, NON DAVANTI, percorri gli spogliatoi fino alle docce senza coprirti. Ah, e siccome non mi fido voglio un video. Con la mano con cui tieni l’accappatoio tieni anche il telefono e ti riprendi mentre fai la tua sfilata. Se non ricevo il video vorrà dire ti beccherai 100 frustate con il cane e poi lo rifarai il giorno dopo con anche i segni delle frustate. Sono stata chiara?».

Ero scioccato e terrorizzato da questa umiliazione ma non avevo via d’uscita quindi risposi «Si Padrona».

Svolsi tutto l’allenamento con la preoccupazione del dopo, sperando di trovare gli spogliatoi poco affollati.

Speranza vana.

Mi diressi verso l’armadietto, lo aprii e poi iniziai a levarmi scarpe, pantaloncini e maglietta. Poi venne il momento delle mutande. Sentii tutta la vergogna mentre le sfilavo e rimanevo senza nulla ma ancora ero rivolto verso l’armadietto e avevo un minimo di protezione. 

Poi come un condannato che va verso il plotone d’esecuzione presi l’accappatoio, il bagnoschiuma e lo smartphone che nascosi parzialmente sotto l’accappatoio e chiusi il lucchetto dell’armadietto. Mi girai quindi per avviarmi e vidi che perlopiù le persone presenti erano vestite e di quei pochi spogliati nessuno depilato.

Mentre camminavo mi sentivo nudo ed esposto e avevo il terrore di quello che pensava la gente dei miei genitali depilati così esposti.

Avevo l’impressione che tutti mi guardassero e ridessero sotto i baffi e la distanza di una ventina di metri che mi separava dalla docce mi sembrava lunga chilometri.

Inoltre l’idea dell’umiliazione imposta e del fatto che mi stessi riprendendo mi inturgidiva il pene provocandomi una sensazione di degrado ancora più forte. Ebbi per un attimo il pensiero della Padrona che mi trascinava nudo al guinzaglio in un luogo pubblico.

Allungai il passo perché l’idea di trovarmi nudo con il cazzo duro davanti a decine di uomini mi atterriva.

Mi immaginai anche la Padrona che mi faceva mettere a gambe aperte su una delle panche in legno dello spogliatoio e iniziava a masturbarmi richiamando l’attenzione di tutti. Poi la Padrona che invitava chi volesse a toccarmi o violarmi allargandomi e glutei e mostrando a tutti il grado di dilatazione a cui mi aveva portato in questi anni di trianing. Così messo oscenamente in bella mostra e poi usato per soddisfare le voglie di chiunque avesse voluto sfogarsi.

Arrivato alle docce entrai e chiusi la porta di vetro smerigliato a mi sentii finalmente salvo, con il cazzo ormai duro. Mi masturbai.

Quindi caricai il video nella chat della Padrona e cliccai invio…